L’intervento si è svolto con l’ausilio di una piattaforma mobile che ha consentito il raggiungimento di tutte le parti ammalorate presenti sia al di sotto che al di sopra del cornicione fino all’apice della cupola a una altezza di 30 m. La messa in sicurezza è stata realizzata asportando tutte le parti ammalorate e decoese degli intonaci e degli stucchi per la massiva presenza di efflorescenze saline connessa alla presenza di manufatti in gesso che hanno provocato la cartellatura e il distacco non solo delle parti a gettanti ma anche di scialbature e intonaci.
Le operazioni di rimozione e pulitura superficiale sono state eseguite con l’ausilio di spatole in ferro dalla punta arrotondata, aspirapolvere e pennelli di saggina; inoltre, nei casi in cui è stato possibile mantenere parti in pericolo di caduta ma ancora sane, sono stati effettuate delle sigillature in resina bicomponente per fissaggi strutturali, in modo da garantire la tenuta in quota dei manufatti.
La realizzazione dei tasselli stratigrafici e dei tasselli di pulitura delle superfici murali è stata condizionata dall’intervento di messa in sicurezza in quanto, dal momento che durante le operazioni di risanamento delle superfici più volte è stato possibile riscontrare la diversa stratificazione delle scialbature e degli intonaci presenti in volta, il numero dei tasselli stratigrafici preventivati è stato ridotto a uno per non deteriorare ulteriormente la superficie già oggetto di un notevole degrado.
Contrariamente, per quanto è riguardato i tasselli di pulitura, in più punti della chiesa sono stati realizzati alcuni saggi con rimozione della sola patina di polvere e nero fumo tramite spugne Wishab alla glicerina in modo da valutare la consistenza e la tenacità della patina e lo stato di conservazione della policromia attualmente visibile.